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A metà del XVIII secolo a Bassano sorgeva la più grande stamperia d’Europa: le stampe e i libri dei Remondini arrivavano fino in Moscovia e nelle Americhe

Viviamo in un periodo storico in cui il prodotto cartaceo è stato per gran parte sostituito da quello digitale.

Siamo nell’era delle app, dell’ebook, di Facebook ed Instagram.

Oggi nascono startup che offrono servizi innovativi e tecnologici e alcune di queste raggiungono anche un notevole successo.

E parlando di startup di successo, mi viene da pensare che nel 1660 a Bassano nacque un’azienda che nel giro di un secolo diventò un colosso mondiale nella produzione tipografica.

La startup in questione si chiamava “Stamperia Remondini” e venne fondata da Giovanni Antonio che acquistò un vecchio torchio ed aprì la sua bottega in Piazza Libertà.

Giovanni Antonio stampava immagini sacre e soggetti popolari, ai quali aggiunse la produzione di giochi di carta, come il giro dell’oca e i soldatini da ritagliare. Per distribuire i suoi prodotti si affidò a una rete di esperti commerciali che provenivano dalle vallate del Tesino e che percorrevano migliaia di chilometri, in viaggi che duravano anche anni, proponendo di città in città i suoi prodotti.

Prima di partire per il viaggio, i tesini davano in garanzia i loro campi, in cambio delle stampe. Il gioco valeva la candela e i venditori continuavano a rischiare e a vendere in Italia e in Europa. (Tuttavia, a volte gli affari non andavano così bene: da qui nasce il famoso detto “i santi dei Remondini ga magnà i campi dei tesini”). ☹

A metà del ‘700 l’azienda Remondini contava 18 torchi per impressioni tipografiche e xilografiche, 24 per incisioni in rame, attrezzature per la stampa di carte speciali e carte da parati, 4 cartiere e una fonderia per i caratteri in piombo. I Remondini offrivano lavoro a circa un migliaio di persone in una città che all’epoca contava poco più di 8.000 abitanti.

Un successo straordinario!

La produzione dei Remondini spaziava dalle immagini sacre alle cosiddette “vedute ottiche”, dalle carte da gioco ai soldatini da ritagliare, ai ritratti e ai calendari, fino alle carte da parati, ai libri ovviamente, ma anche alle acqueforti e alle xilografie dei grandi incisori italiani ed europei, come Dürer, Schongauer, Carpioni, Rembrandt, Tiepolo, Ricci, Canaletto e Piranesi.

Oggi, le stampe dei Remondini sono conservate a Bassano, presso il Museo della Stampa a Palazzo Sturm.

La sezione permanente ospita i lavori dell’illustre famiglia di tipografi bassanesi, le sue creazioni più popolari, insieme a fondamentali testimonianze dell’incisione italiana ed europea dal XV al XIX secolo.

Il museo è uno dei pochi in Italia dedicati alla stampa ed illustra tutti gli aspetti del “fenomeno industriale dei Remondini”, in un viaggio ideale introdotto proprio dalle sagome di quei venditori tesini che avevano girato mezzo mondo “scommettendo sui propri campi”.

Chapeau!

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